“Appena mi arriva lo stipendio
pagherò l’assicurazione… sono in cassa integrazione e non riesco
a pagare la rata dell’assicurazione”. Certo, non mancano i casi
grotteschi in cui si accampano le scuse più disparate: “Non ho
pagato l’assicurazione perché sto portando all’ospedale mia
moglie che è incinta al settimo mese”. Peccato però che, il
medico del 118, intervenuto sul posto, accertava che la signora era
in perfetta salute e soprattutto non minacciava il parto immediato.
A volte, c’è la percezione da parte
di chi viene fermato di subire un torto: “Agente non mi può
contestare la mancata copertura assicurativa facendo accertamenti sul
numero di targa della mia macchina, perché lede il mio diritto alla
privacy”; si verificano anche casi in cui i proverbi e la saggezza
popolare ci mettono lo zampino. Una persona piuttosto avanti con
l’età e dall’aspetto trasandato viene fermato alla guida di una
vettura con molti chilometri all’attivo. Dichiara agli agenti di
non aver pagato da due anni l’assicurazione poiché la pensione che
percepisce, non gli permette di affrontare una spesa così elevata.
In realtà gli accertamenti incrociati svelano che è una persona
molto facoltosa e, semplicemente, non paga per avidità. Quando si
dice: ”L’abito non fa il monaco”.
Spesso ricorrono persino i déjà vu: “Agente non posso fare a meno di utilizzare l’auto, non posso prendere i mezzi pubblici per andare a lavorare”. Il caro signore continua a condurre autovetture diverse, tutte senza assicurazione e, soprattutto, non dovrebbe guidare visto che non ha mai conseguito la patente di guida”. Il cittadino è stato sanzionato per ben tre volte nell’arco dello stesso mese.
In parte, sono queste le situazioni in
cui si imbattono i pattuglianti della Polizia Stradale di Genova.
Molti di loro hanno alle spalle anni di pattuglie e “verbali” e
tutti sono concordi nell’affermare che, negli ultimi tempi, il
fenomeno della mancata copertura assicurativa e delle assicurazioni
false è cresciuto in maniera esponenziale.
Se fino a qualche anno fa, nell’arco
del mese, le contravvenzioni redatte ai sensi dell’articolo 193 del
Codice della Strada (cioè l’obbligo dell’assicurazione di
responsabilità civile) venivano individuate in numero esiguo, ora
ogni pattuglia rileva una media di due infrazioni al giorno.
E i dati lo confermano. Nel 2010 i
verbali redatti dalla Polizia Stradale sono stati 282, c’è stata
una flessione nel 2011 arrivando a 228 verbali, per aumentare nel
2012 a 336, 412 nel 2013 e a 439 nel 2014. Tra il 2010 e il 2014
l’aumento dei verbali è stato del 56%. Nei primi quattro mesi del
2015 (il dato è aggiornato al 30 aprile), i verbali sono stati 240,
come detto due al giorno.Spesso, alla stessa persona gli agenti
elevano oltre alla contravvenzione per la mancata copertura
assicurativa, anche quella per la mancanza di revisione del mezzo. In
alcuni casi, il conducente è privo della patente di guida, perché
mai conseguita.
L’articolo 193 del Codice della
Strada è uno tra i più importanti ed è inserito nel Titolo quinto
riguardante le Norme di Comportamento. Prevede il pagamento di una
somma da €848,00 a €3.393,00 e il sequestro del veicolo. In due
casi la sanzione amministrativa è ridotta ad un quarto:
· se
l’assicurazione viene riattivata entro il 30° giorno dalla
scadenza del pagamento del premio;
· se
l’interessato entro 30 giorni dalla contestazione della violazione,
decide di rottamare il veicolo.
Pagando entro 5 giorni, l’importo è
ridotto del 30% ed ammonta a circa €595,00.
Quando la sanzione è pagata in misura
ridotta, si corrisponde il premio di assicurazione per almeno sei
mesi e si garantisce il pagamento delle spese di prelievo, trasporto
e custodia del veicolo sottoposto a sequestro. In tal caso, il mezzo
viene restituito. Se, nei termini previsti non è stato proposto
ricorso e non è avvenuto il pagamento in misura ridotta, il veicolo
viene confiscato.
L’altra faccia della medaglia è
rappresentata da coloro i quali non prendono neanche in
considerazione l’ipotesi di non pagare l’assicurazione, ma
addirittura di falsificarla.
Le contravvenzioni in tal senso sono
state pari a 2 negli anni 2011 e 2012, 4 nel 2013, aumentate a 12 nel
2014 e, nei primi quattro mesi di quest’anno, sono già arrivate a
5.Qui non è ammesso il pagamento in misura ridotta perché entriamo
nella competenza del giudice penale, visto che c’è la denuncia per
falsità in scrittura privata, sequestro della documentazione falsa e
la facoltà, per la compagnia assicuratrice, di sporgere querela. Un
percorso legale, lungo, complesso e oneroso.
Dal punto di vista amministrativo, se
il veicolo con documenti assicurativi falsi è condotto dal suo
proprietario, si applica sempre la confisca. In ogni caso, nei
confronti di colui il quale abbia falsificato o contraffatto i
documenti assicurativi, è sempre disposta la sanzione amministrativa
accessoria della sospensione della patente di guida per un anno.
A tal proposito, bisogna dire che
internet agevola i falsari, infatti, si trovano facilmente i
contrassegni di assicurazione in bianco, basta compilarli con i dati
del veicolo e la data di scadenza, ed il gioco è fatto. Per il
certificato assicurativo la questione si complica, poiché non è
reperibile sul web. Ma si sa, basta aguzzare l’ingegno: si prende
il documento originale e si alterano i dati.
E’ una realtà in continua ascesa e
quando non è riconducibile alle condizioni economiche del singolo, è
la premessa di crimini più gravi. Dietro le assicurazioni false non
si nascondono solo vere e proprie organizzazioni criminali, ma anche
pirati della strada che dopo aver procurato un incidente stradale non
si assumono la responsabilità e si allontanano senza prestare
soccorso alla vittima della strada privandola di un risarcimento
patrimoniale diretto.
Subentra, allora, la richiesta al fondo
di garanzia vittime della strada (nel quale convoglia il 2,5%
dell’importo della polizza dell’RC auto) al quale si attinge per
risarcire i danni cagionati da veicoli non assicurati. I tempi non
sono immediati, l’importo del fondo è costituito dai massimali
minimi di legge e questi spesso non sono sufficienti a coprire le
spese risarcitorie. Dopo aver risarcito la perdita all’automobilista
danneggiato, il fondo si rivale della stessa somma nei confronti
dell’assicurato responsabile, con il rischio per quest’ultimo di
andare in rovina.
Il fenomeno della mancata copertura
assicurativa e delle assicurazioni false è sempre esistito e, come
in questo caso, in tempi di crisi economica, si è intensificato.
Molte persone si giustificano affermando che non riescono a pagare
l’assicurazione perché non arrivano alla fine del mese. Le loro
risorse economiche sono insufficienti e, per far quadrare il bilancio
familiare, si arriva a dover valutare le priorità di spesa.
E’ emblematico il caso di un padre e
una madre che non rinunciano ad accompagnare il figlio a scuola con
l’auto priva di assicurazione, per non fargli capire le loro
difficoltà economiche, nonostante siano consapevoli dei grossi
pericoli che possono creare sia a loro sia ad altri utenti della
strada.
Buona parte degli automobilisti
controllati ha assicurazioni scadute da pochi mesi a vari anni,
addirittura risalenti al 2008 e comunque si tratta di veicoli vetusti
che hanno uno scarso valore di mercato. Completato l’iter
burocratico, molti di questi mezzi sono confiscati perché i
proprietari non pagano il verbale, le spese procedurali e non
riattivano l’assicurazione.
Certo è che, in alcuni casi la
condizione economica non rispecchia la realtà: anche il furbo che
gira con la moto o l’auto sportiva è stato sanzionato per la
mancata copertura assicurativa.
Di sicuro c’è che, nel nostro paese
le frodi sono una delle principali cause dell’alto costo delle
polizze Rc auto, che gli assicurati onesti devono pagare in misura
maggiore rispetto a quelli europei, ma queste sono valutazioni che
lasciamo fare agli addetti ai lavori. Ciò che ci compete, è cercare
di contrastare e reprimere questi comportamenti considerati gravi per
la collettività.
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