Il lancio di Renault ZOE segna l’inizio
di una nuova era, dove la mobilità a emissioni zero è alla portata
della maggioranza delle persone. Concepita come veicolo 100%
elettrico, ZOE integra tecnologie di alta avanguardia, che tuttavia
non hanno comportato grandi modifiche nell’impianto di produzione.
“Molte cose sarebbero potute cambiare con l’arrivo di un’auto
elettrica, ma noi abbiamo fatto in modo di limitare al minimo le
modifiche” dice Didier Lehingue, vicedirettore tecnico della
fabbrica. In quest’ottica, nel giugno del 2009, un team di venti
collaboratori guidato da David Garreau si è messo al lavoro per
studiare l’industrializzazione di ZOE. In due anni e mezzo ha
predisposto la fabbricazione in serie di ZOE su una sola linea di
produzione a Flins, secondo gli standard di qualità della Marca.
Nella prima fase, durata quasi un anno,
il team ha organizzato l’industrializzazione. David Garreau parla
di una tappa “fondamentale per gettare le basi e trovare
l’organizzazione industriale ottimale”. L’obiettivo era trovare
soluzioni intelligenti, dalla progettazione del veicolo ai metodi di
fabbricazione, per adattare le strutture esistenti e contenere i
costi iniziali. Ad esempio sono stati riutilizzati dei robot Acma e
ABB di vecchia generazione, ma perfettamente efficienti. È il
principio del “carry over”. Dopo molte ore passate in riunione, a
fare previsioni, calcoli e stime di costo, e a definire il processo
dalla A alla Z, sono state prese le decisioni finali su tecnologie e
impianti.
Approfittando delle vacanze estive del
2011 e 2012, è stata lanciata una grande opera di riorganizzazione e
allestimento: una superficie equivalente a mezzo campo da calcio è
stata completamente rasa al suolo e ripulita. Gli strumenti sono
stati sezionati alla base con enormi pinze trincianti e caricati su
una benna; la pavimentazione danneggiata è stata in seguito
ricostruita. La nuova installazione industriale si avvale in totale
di 550 robot, di cui 150 supplementari per garantire la flessibilità
necessaria ed eseguire gli interventi di saldatura extra richiesti da
ZOE. Per ottenere le cinque stelle ai test Euro NCAP, la piattaforma
di ZOE è stata rinforzata in modo da proteggere la batteria
collocata sotto il pianale. In produzione, questo si traduce in 500
punti di saldatura in più rispetto a una normale vettura.
Catena e linea di montaggio sono state
unite per facilitare l’installazione della batteria nel sottoscocca
di ZOE. Per Clio Collection e Nuova Clio, in questo punto non viene
effettuata alcuna operazione. In definitiva le tre carrozzerie
percorrono la stessa linea in maniera assolutamente omogenea.
Un processo totalmente nuovo,
caratterizzato da un elevato livello tecnico e sicurezza ottimale
Per la prima volta in Renault, la
batteria è assemblata direttamente in fabbrica, in un’officina di
500 m2: un progetto che per un anno e mezzo è stato coperto dalla
massima riservatezza. Anche in questo caso, il sito produttivo ha
vinto una sfida: installare, in una fabbrica di auto dove gli operai
si muovono “in processione”, una linea di montaggio più simile
nei processi di fabbricazione a quella di un organo meccanico, con
postazioni di lavoro fisse. Dopo lunghe riflessioni, si è deciso il
processo di montaggio della batteria. Gli operai lavorano sulla
batteria da ferma per garantire la qualità di esecuzione, ma entro
un certo limite di tempo per non compromettere il flusso di
fabbricazione dei veicoli. Se non terminano il proprio compito nel
tempo stabilito, hanno la possibilità di trattenere la batteria
premendo un pulsante. Altrimenti la batteria passa alla postazione
successiva.
L’officina di assemblaggio delle
batterie risponde a criteri di qualità e sicurezza molto severi.
Nella sua organizzazione, è più vicina a una camera bianca che non
a un reparto industriale classico. Per proteggere i lavoratori, il
team di progetto ha optato per una forte automazione dei processi,
soprattutto negli interventi sulle batterie a 400 volt. Il 34% delle
operazioni viene eseguito da robot, contro il 10% di un’officina di
montaggio meccanico.
Tutti gli operatori dell’officina di
montaggio della batteria hanno un’abilitazione particolare che
consente loro di lavorare in un ambiente così speciale. L’officina
è divisa in due zone di sicurezza distinte, una a 60 volt e una a
400 volt. Per ridurre i rischi elettrici, la maggioranza delle
operazioni manuali viene eseguita nella zona a 60 volt. La batteria
viene messa sotto tensione all’ultimo momento sulla catena di
montaggio, a opera di due tecnici appositamente formati. A tale fine
è stato previsto un accesso al carter della batteria per permettere
agli operatori di collegare i moduli tra loro alla fine del processo.
Per ottimizzare la qualità di
montaggio dell’involucro di protezione della batteria, la fabbrica
produce internamente il giunto bicomponente utilizzato per fissarlo:
un giunto lungo cinque metri applicato da un robot sul perimetro
dell’involucro facendolo passare tra i dadi. L’operazione avviene
con precisione millimetrica, grazie a un primo robot che individua la
posizione dei dadi e invia la traiettoria esatta al secondo robot che
effettua la posa.
Successivamente, tutte le batterie sono
testate per verificarne la tenuta stagna e le proprietà elettriche
in fase di carica e scarica; dopodiché vengono immagazzinate in
attesa di essere montate su ZOE.
Settembre 2012 è una data importante:
la prima ZOE è passata sulla catena di montaggio della fabbrica. È
stato un momento indimenticabile, carico di emozioni, a cui ha
assistito tutto il personale dell’impianto e che ha concretizzato
il grande lavoro fatto a monte. Dopo sei ore, quando ZOE è arrivata
in fondo alla catena di montaggio e ha passato i venticinque metri di
tunnel dove si effettuano i controlli finali, i presenti hanno
trattenuto il respiro. Non restava che provare l’auto. L’onore è
andato a Yvan Nordez, responsabile del montaggio nel progetto di
industrializzazione di ZOE. Si è seduto al volante, ha premuto il
pulsante di accensione e... nel più assoluto silenzio, si sono
illuminate le luci e l’auto ha cominciato ad avanzare. Solo allora
è scoppiato il fragoroso applauso del pubblico.
Così si è concluso il lavoro del team
di progetto ed è iniziata la produzione in serie per i 2800
dipendenti della fabbrica. Raggiunto il pieno regime nel marzo del
2013, la berlina 100% elettrica è oggi prodotta per gli undici paesi
di commercializzazione.
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