La spedizione "Polo del Freddo", supportata dalla Land Rover e dalla Royal Geographical Society (con l’IBG), il 22 gennaio 2014 ha raggiunto il proprio obiettivo – la regione dell’ Oymyakon, in Russia, detta anche appunto "Polo del Freddo".
Per raggiungere questa destinazione la
squadra ha percorso più di 20.000 km attraverso Paesi quali la
Danimarca e la Norvegia, fino all’estremo nord di Norvegia e
Finlandia, centinaia di chilometri oltre il Circolo polare artico, e
lungo l'autostrada Transiberiana, con temperature che sono scese fino
a -58°C.
La regione di Oymyakon ha guadagnato il
titolo di "Polo del Freddo" nel febbraio 1933, quando vi si
registrarono 63 gradi sotto zero. Nonostante sia ubicato piuttosto
al sud, il distretto è soggetto a temperature estremamente rigide,
a causa della sua posizione continentale, che ostacola l’effetto di
riscaldamento dovuto agli Oceani. Inoltre i sistemi di alta pressione
mantengono il cielo di questa regione sgombro da nuvole, permettendo
al calore di disperdersi verso l'alto.
La squadra, capitanata dall'esperta
esploratrice Felicity Aston - ha ricevuto il sesto "Land Rover
Bursary", il sostegno annuale concesso dalla Land Rover ai
progetti ritenuti più meritevoli.
Fanno parte della squadra il fotografo
e operatore Manu Palomeque, e Gisli Jonsson, ingegnere, meccanico ed
esperto di guida invernale.
Il Defender, opportunamente modificato
per la spedizione, ha affrontato numerose e difficili prove, come il
procedere in un convoglio di spazzaneve in mezzo alla tempesta per
raggiungere NordKapp, in vetta all'Europa, o percorrere la via di
transito ufficiale del luogo: il fiume Lena, totalmente ghiacciato.
Le modifiche al veicolo comprendevano sospensioni migliorate,
protezioni per il sottoscocca e la trasmissione, riscaldatori
ausiliari per motore e abitacolo, un serbatoio maggiorato, e un
bagagliaio da tetto.
I materiali didattici per le scuole
sono stati prodotti dalla Royal Geographical Society (con IBG) e
saranno disponibili online per trasferire le nuove conoscenze
geografiche dal campo alle aule. Tali materiali potranno contribuire
alla sezione geografica del corso di studi britannico che tratta la
Russia ed i Territori a clima freddo.
La spedizione si è data l'obiettivo di
approfondire le implicazioni sociali, culturali e fisiche del vivere
in climi estremi durante il periodo invernale entrando in contatto
con un certo numero di comunità ed individui. Il Team si è unito ai
Sami Skolt in Norvegia per l'annuale raduno delle renne, ha ammirato
l'aurora boreale ascoltando uno sciamano Sami, ha attraversato di
notte un fiume siberiano ghiacciato, ha celebrato il Natale per tre
volte e si è unito ai Tuvani nel canto Khoomei celebrativo dell'anno
nuovo, al "Centro dell'Asia".
Felicity Aston, leader della
spedizione, commenta così le culture incontrate: "In questo
freddo estremo sono i dettagli giornalieri ad essere affascinanti -
spesso sembra che tutto proceda a rovescio - il gelato viene venduto
all'aperto su tavolette, mentre frutta e verdura sono tenute al caldo
sotto le coperte, si preferisce procedere sui fiumi ghiacciati
piuttosto che su strada, le carrozzine dei bimbi hanno i pattini
invece delle ruotine, le auto sono lasciate sempre in moto fuori dai
negozi perché non gelino, e le città sembrano perennemente in
fiamme, per il vapore emesso ininterrottamente da veicoli ed
edifici.“
Il Defender è inoltre divenuto la
"star" della spedizione. Spiega Felicity: "Il
Defender non è solo il nostro mezzo di trasporto, è la nostra
sicurezza ed il nostro talismano! Grazie a piccole modifiche il
Defender può essere riscaldato anche a motore spento, il che
significa che per noi ha rappresentato un rifugio quando le
temperature esterne divenivano veramente proibitive.
"Nell’attraversamento di città
e villaggi, il Defender ha attirato una grande attenzione, facendoci
conoscere molte persone con le quali abbiamo potuto interagire;
questo non sarebbe altrimenti successo - e poi…. un Defender rosso
si fa notare! Attraversando la Siberia abbiamo ricevuto -da tutti
- sorrisi, saluti e gesti di simpatia.
Lungo la strada i passanti venivano a
picchiettare sul cofano per dimostrarci approvazione e simpatia ed
abbiamo imparato a tradurre la frase ‘Machina Harosho’ “(Macchina
buona). E' davvero piacevole guidare in mezzo a tanto apprezzamento."
Ora il team affronterà i 15.000
chilometri del viaggio di ritorno nel Regno Unito che attraverserà
l'Altai nella Siberia del Sud, il Kazakhstan, e quindi la Scandinavia
meridionale, per giungere a Harwich e Londra. Una volta tornato a
casa, il Team conta di organizzare una mostra del materiale raccolto
durante il viaggio e di realizzare anche una pubblicazione con le
fotografie scattate durante la spedizione.
Dice Felicity: "Siamo qui grazie
al tempo, agli sforzi all'energia ed all'entusiasmo di molti e ne
siamo davvero grati. Lungo la strada abbiamo assistito ad un graduale
cambiamento delle persone, delle culture e del territorio intorno a
noi, - e, naturalmente, del clima. Abbiamo letteralmente inseguito
l'inverno fino al Polo del Freddo e si è trattato di un'esperienza
indimenticabile, incredibile ed illuminante."
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