BMW
Group Italia in questi dodici anni ha, infatti, sostenuto le ricerche
svolte dal San Raffaele sulle cellule staminali adulte del cervello
con due milioni di euro. Un’iniziativa che non ha eguali nel nostro
Paese e che è stata replicata anche nel 2013. Nel 2008 questa
partnership è stata rafforzata con l’inaugurazione della BMW
Research Unit, guidata da Gianvito Martino, direttore della Divisione
di Neuroscienze e dell’Unità di Neuroimmunologia – dell’Istituto
di Neurologia Sperimentale (INSpe) – dell’IRCCS Ospedale San
Raffaele.
“Siamo orgogliosi – ha dichiarato Franz Jung,
Presidente e A. D. di BMW Italia S.p.A. – della nostra relazione
con l’Ospedale San Raffaele e del progetto che in questi dodici
anni abbiamo portato avanti insieme.
La nostra BMW Research Unit –
OSR rappresenta il fiore all’occhiello nel nostro programma di
responsabilità sociale d’impresa insieme alla Scuola di Sci per
disabili di Sauze d’Oulx e al programma di sostegno (attraverso
borse di studio annuali) dei giovani colpiti dal terremoto in Emilia
nel 2011 che abbiamo sviluppato con il Corpo delle Infermiere
Volontarie della Croce Rossa Italiana”.
“L’anno prossimo –
ha poi aggiunto Franz Jung – daremo vita, insieme all’Ospedale
San Raffaele, ad una nuova fase della nostra relazione, attraverso
un’iniziativa che metterà a frutto gli studi e le scoperte fatte
dall’unità diretta dal Prof. Gianvito Martino e che favorirà la
divulgazione scientifica della BMW Research Unit - OSR. Questa nuova
fase, che vi presenteremo nel corso del 2014, si inserirà in un
programma di Corporate Social Responsibility orientato sia al dialogo
interculturale che all’integrazione sociale”.
“Migliorare
il nostro modo di lavorare – ha dichiarato Nicola Bedin,
Amministratore Delegato dell’Ospedale San Raffaele – ponendoci
sempre nuovi obiettivi: è la visione che condividiamo con BMW, nei
rispettivi ambiti della nostra ricerca. Siamo grati e felici di poter
continuare una collaborazione che unisce due eccellenze e le mette al
servizio degli altri: un incontro che non poteva che essere fruttuoso
e che ha già consentito di raggiungere importanti traguardi e
che proseguirà in un cammino che contiamo ci porti in pochi anni dai
modelli sperimentali e dai laboratori, finalmente alla cura dei
pazienti”.
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