In questa 5a edizione della Dakar Sudamericana la Great Wall, con il suo Haval di ultima generazione, ha largamente dato riprova di questo rappresentativo quanto elementare principio. Tanto più in una competizione come la Dakar, la maratona motoristica per antonomasia.
Le due vetture da corsa, costruite
interamente sul pianale del nuovo Suv Haval, partite da Lima, in
Perù, e guidate rispettivamente dal pilota Portoghese Carlos Sousa e
dal cinese Zhou Yong, hanno dovuto affrontare un percorso di oltre
8.000 chilometri in 14 tappe, attraversando Perù, Argentina e Cile,
superando deserti come il mitico Atacama e le vertiginose catene
montuose delle Ande.
Quest’anno la competizione si è
rivelata ancora più serrata e difficile rispetto a quella dell’anno
scorso, dove Sousa aveva chiuso al 7° posto a 4 ore e 30 minuti
dall’ormai celeberrimo mattatore Peterhansel, mentre quest’anno,
all’arrivo, in 6° posizione, di Santiago, il gap si è pressoché
dimezzato a 2 ore e 38 minuti.
Per dare un’idea dell’aumentata
difficoltà di questa massacrante competizione, basta prendere i
tempi dell’anno scorso e paragonarli con quelli di questa edizione,
per rendersi conto che nel 2012 i primi 12 arrivati erano transitati
sotto la bandiera a scacchi con un delta di 9 ore, mentre quest’anno
il distacco è sceso a sole 5 ore.
Lo stesso Zhou Yong, il pilota di casa
dell’Haval Dakar team, migliorando di una posizione rispetto al
2012 e arrivando 19°, ha portato a casa un risultato con un
miglioramento impressionante rispetto alla Dakar dell’anno scorso,
chiusa a 17 ore e 25 minuti dal primo, con un distacco, più che
dimezzato, di 7 ore e 24 minuti.
Un miglioramento continuo fin
dall’ottobre del 2009, quando la Great Wall Motors annunciò la
prima partecipazione di una vettura cinese alla Dakar, con l’intento
di dare, anche in ambito sportivo, concretezza al motto della casa
“Focus, Dedication, Specialization”: avere Chiarezza sugli
Obiettivi da raggiungere, Dedizione e Specializzazione.
Non solo parole, ma una precisa volontà
di migliorare sempre e costantemente, che ritroviamo anche nelle
affermazioni rilasciate dal vice presidente Dong Ming alla
presentazione stampa, tenutasi a Beijing agli inizi dello scorso
dicembre, dell’Haval Dakar Team: “ Great Wall si focalizzerà
sullo sviluppo e la ricerca per migliorare e specializzare i propri
Suv; la Dakar è il miglior banco di prova per il brand
Haval!”. Haval che tra pochi mesi porterà il proprio bagaglio
d’innovazione dalle piste inospitali della Dakar alle strade del
nostro bel paese. L’Haval sarà un importante testimonial della
filosofia Great Wall per i fuori stradisti più smaliziati, ma anche
per l’uso a 360° di tutti i giorni.
Una filosofia,
comprovata non solo dalle affermazioni dei vertici dirigenziali, ma
dagli stessi risultati in costante aumento, che in una competizione
estrema come la Dakar provano una sola cosa: “avere Chiarezza sugli
Obiettivi, Dedizione e Specializzazione”.
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