Dalla gomma per cancellare ai
pneumatici, il lattice è la fonte primaria utilizzata dall’industria
per la produzione di gomma naturale: è sufficiente pensare che solo
i produttori di pneumatici ne consumano ben il 70%. Ma da dove
proviene il lattice? Questo liquido lattiginoso sgorga dalle
incisioni praticate sulla corteccia di un albero specifico (Hevea
brasiliensis), noto come albero della gomma. Una volta raccolto, il
lattice forma una massa elastica che viene lavorata per ottenere la
gomma naturale. Negli ultimi anni la sopravvivenza di questi alberi è
stata fortemente minacciata da un batterio che, attaccando le radici
dell’Hevea, indebolisce l’albero fino a causarne la morte.
La storia dell’albero della gomma ha
inizio secoli fa, quando le popolazioni del Sudamerica impiegarono
per la prima volta il lattice nella costruzione di attrezzi e
nell’impermeabilizzazione degli indumenti. Originario del Brasile,
l’Hevea venne successivamente esportato dagli europei e coltivato
nel sud-est asiatico, dove grazie al clima favorevole si diffuse
velocemente. Ad oggi il 90% degli alberi della gomma si trova in
questa regione ed è minacciato dalla presenza di un batterio che
infetta le radici della pianta fino a provocarne la
decomposizione. La mancanza di una vera e propria cura favorisce il
diffondersi dell’infezione, poiché l’unico rimedio esistente
prevede la completa rimozione della parte infetta e il conseguente
trattamento con sostanze chimiche che agiscono al fine di eliminare
il batterio.
Vista l’importanza della gomma
naturale per l’industria dei pneumatici, Bridgestone ha sviluppato
nell’ambito di un progetto di ricerca NEDO delle tecnologie in
grado di migliorarne la diagnosi di questa malattia. Attualmente è
possibile individuare la presenza del batterio solo attraverso
un’analisi visiva della pianta che spesso impedisce l’esatta
individuazione della malattia, ne ritarda la scoperta o conduce a una
diagnosi errata. Nello specifico, per poter meglio prevenire e curare
gli alberi di Hevea, le ricerche hanno identificato quattro
metodologie di analisi in grado di individuare in maniera precisa e
immediata la presenza del batterio infestante: l’analisi del DNA e
dei componenti del lattice, la diagnosi basata sullo spettro delle
foglie, quella sulla misurazione della temperatura e l’analisi
delle immagini satellitari. In questo modo sarà possibile, salvare
un maggior numero di esemplari di Hevea, prevenire la diffusione
della malattia su larga scala e assicurare una fornitura sostenibile
di gomma naturale per il futuro.
Oltre ad arginare e prevenire la
malattia che colpisce l’albero della gomma, Bridgestone ha condotto
degli studi in collaborazione con il National Institute of Genetics,
i quali hanno portato alla recente decodifica della sequenza genetica
principale dell’Hevea brasiliensis. Grazie a questa scoperta sarà
possibile sviluppare nuove tecnologie per migliorare la coltivazione
dell’albero della gomma e sviluppare una qualità di Hevea più
resistente e produttiva.
Attraverso queste ricerche, Bridgestone
continua a percorrere la strada della sostenibilità per raggiungere
il proprio obiettivo che mira alla produzione entro il 2050 di
pneumatici di ottima qualità e tecnologicamente avanzati con
materiali sostenibili al 100%.
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