Magyar Suzuki Corporation, la filiale
ungherese del gruppo di Hamamatsu con sede a Esztergom, ha appena
festeggiato il 20° anniversario di attività in un modo davvero
originale e con dei protagonisti inconsueti.
Nello stabilimento che ha visto nascere
nel 1992 la prima generazione di Swift, il modello di punta della
casa giapponese, non si sono infatti spente candeline o tagliati
nastri con i colori della bandiera nipponica e magiara alla presenza
di autorità e stampa locale, ma i giornalisti invitati hanno
assistito al processo produttivo dello stabilimento, trasformandosi
per un giorno in tecnici e operai specializzati Suzuki.
I rappresentanti della stampa nazionale
ungherese hanno potuto dimostrare le proprie conoscenze e abilità
produttive, sia teoriche sia pratiche, direttamente nello
stabilimento dove hanno visto la luce moltissimi modelli di punta di
Suzuki nel corso degli ultimi due decenni: da Swift prima generazione
nel 1992, seguita da Wagon R + nel 2000 e da Ignis nel 2003, passando
a Swift seconda generazione nel 2005, a SX4 nel 2006 e a Splash nel
2008, fino all’attuale Swift, la terza generazione, e a Swift Sport
rispettivamente nel 2010 e nell’autunno 2011.
In questo vero e proprio cuore pulsante
della produzione Suzuki in Europa, che nel luglio 2011 ha registrato
2 milioni di autovetture prodotte, i giornalisti coinvolti hanno
trascorso una giornata differente dal solito, festeggiando in maniera
concreta i primi 20 anni di attività dello stabilimento di
Esztergom. Dopo una rapida carrellata teorica sulla storia dello
stabilimento dalle origini fino alle innovazioni tecnologiche
odierne, gli invitati si sono trasformati in operai specializzati,
compiendo gli stessi gesti quotidiani degli addetti Suzuki.
Le attività pratiche che hanno visto
impegnati i giornalisti sono state differenti: dall’inserire viti
di diverse dimensioni, all’assemblare in maniera corretta parti
delle cinture di sicurezza fino alla messa a punto del motore e al
fissaggio del tubo dell’acqua attraverso gli appositi morsetti.
Tutte operazioni che hanno dovuto compiere in un tempo prestabilito,
simulando pienamente il lavoro e il ritmo della catena di montaggio.
Nonostante i veicoli non abbiano
lasciato gli impianti, tutti i giornalisti hanno ricevuto un
attestato di operario qualificato e hanno concluso la singolare
giornata consumando un pasto presso la mensa aziendale, vivendo fino
in fondo la quotidianità dei dipendenti Suzuki
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