E' una realtà, un dato di fatto le
donne sono diventate più competitive al volante ma anche sulle due
ruote fate attenzione!
Soprattutto se qualcuno di voi
partecipa al Campionato Regionale Enduro 2015 potreste imbattervi con
lei, Rachel, l'unica donna iscritta, pronta a darvi battaglia, fango e asfalto per lei non fanno la differenza!
Ci racconta così le prime gare, vissute
fino all'ultimo senza mai mollare, anche nel momento delle difficoltà
più grosse...forza a chi da valore alle proprie passioni, sempre!
Jumping, Rachel come fai a saltare così in alto?
Jumping, Rachel come fai a saltare così in alto?
Rachel: "I salti vengono piano piano, io non
decollo molto a dire il vero. A volte dico ridendo che non sono affatto
portata, è solo che mi ci sono messa di tigna e a forza di macinare
km, alla fine qualcosina si finisce per combinare ,ehehehehe! Ma i
veri talenti sono tutt’altro, io un pochetto compenso con la
determinazione. Tutto qua."
FORZA RACHEL!!!
Rachel in azione! |
Abbiamo incontrato Rachel, non sui campi di gara ma con il suo racconto di siamo teletrasportati insieme a lei, ci racconta così:
“Mi sono iscritta al Campionato
Regionale di Enduro 2015 per misurarmi in una nuova sfida. Mi
piacciono sempre le nuove avventure e il mettermi alla prova! Il
campionato consiste in 7 gare da svolgersi tra febbraio e ottobre
2015. Sono tesserata con il Motoclub Palombara Sabina, chiamato
“Fango e Asfalto”(http://www.motoclubpalombarasabina.it) fondato un paio d’anni fa da un gruppo di
nostri amici appassionati di moto, e questo Motoclub ricopre entrambe
le discipline: appunto, moto da fuoristrada e moto da strada. Siccome
sono una motociclista interdisciplinare (stradale, enduro, trial e
turismo), mi è capitata bene!
La prima gara si è svolta a Bussi sul
Tirino (PE), i partecipanti erano 181 ed ero l’unica donna.
La seconda gara si è tenuta a
Graffignano (VI), i partecipanti erano ca. 130 ed ero (di nuovo)
l’unica donna.
Purtroppo per queste prime due gare, le
condizioni meteorologiche decisamente non sono state a nostro favore:
tanta pioggia, fango e freddo. Sul fango la fatica si moltiplica. Per
me è stata particolarmente dura perché per quanto io possa essere
fisicamente preparata, non avrò mai la forza né la resistenza di un
uomo: lo vedo sia nelle nostre uscite del weekend tra amici, che
soprattutto in gara. Penso di poter dire, al di là dei luoghi
comuni, che l’enduro è decisamente uno sport da uomini… ma è
anche vero che fin dall’infanzia mi sono sempre piaciuti i “giochi”
dei maschietti!
Gara di Bussi sul Tirino: non sono
riuscita a chiudere i giri (mi sono ritirata dopo il primo giro)
causa stanchezza e perché ero andata fuori tempo massimo, ma ho
vinto diverse battaglie contro i miei limiti personali. E’ stata la
mia prima volta completamente da sola, senza l’appoggio fisico e
mentale di mio marito (e “allenatore”), o l’aiuto di altri
amici enduristi. Diciamo la verità: ho sempre fatto enduro con il
privilegio di un sostegno da parte del gruppo, in quanto donna. In
gara puoi incrociare persone amiche, ma nessuno ti aiuta. Questo mi
ha fatto scoprire in me una nuova dimensione e nuove frontiere: dove
non arriva la forza fisica, scatta la forza di volontà: ho superato
certi ostacoli che mai avrei immaginato di poter superare, e quando
ci ripenso non so come ho fatto.
Certe volte ero sull’orlo delle
lacrime, come quando sono finita in una pozza di fango, ci ho messo 5
minuti a rialzare la moto e poi avevo guanti e manubrio così
imbrattati da non riuscire più a controllare la manopola del gas!
Ho
imparato che bisogna SEMPRE tenere in tasca un almeno un 2° paio di
guanti di emergenza. Oppure davanti ad una salita ripidissima tutta
viscida di fango, dove prima mi sono intraversata con la moto,
creando un tappo agli altri piloti, e dove per l’affanno di tornare
giù e ricominciare, ho dovuto fare una pausa di un quarto d’ora
per riprendere fiato e decidere come affrontare la situazione…
mentre mi passavano tutti!
Ma ho osservato, e ho immagazzinato
preziose informazioni. In gara impari a elaborare le circostanze
(interne e estere) in maniera più rapida, a cercare soluzioni che
ottimizzino le tue risorse: si diventa più consapevoli. So anche che
ho molto pregato per avere forza e coraggio. E’ stata la prima
volta che ho dovuto cercare la strada da sola, anziché seguire una
persona davanti a me, che magari agli incroci aspetta anche, come
vuole la “regola dell’endurista”. La paura di perdermi c’era,
eccome. Non è facile notare in tempo tutti i segni sugli alberi per
imboccare il giusto bivio quando sei in preda all’emozione. Anche
il gestire le forze è stato un apprendimento interessante:
difficile calibrare bene tra l’esigenza di mantenere un buon passo
(a Bussi avevamo una tabella di marcia che richiedeva di chiudere un
giro di ca 45km entro 1 ora e mezza, più 24 minuti per la 2° prova
speciale, mulattiere e pietraie comprese!) ed una buona gestione
della fatica, tenendo d’occhio l’orologio! Risultato tecnico:
“ritirata al primo giro”. Risultato personale: grande
soddisfazione di aver partecipato, e… resistito un minimo!
Gara di Graffignano: questa gara per me
è stato sangue, fango e sudore anche se non passa per essere
particolarmente dura (“a condizione che non piova”--- e ha
comunque piovuto!) Al primo giro di gara ho fratturato una costola
cascandoci sopra ben due volte, quasi di seguito. C’è stato un
attimo di dolore trafiggente, credevo di non rialzarmi più ma poi
l’adrenalina ha avuto la meglio e nella mia beata incoscienza ho
continuato imperterrita. I conti con la lesione li ho fatti dopo, di
ritorno al gazebo, dove non riuscivo neanche più a respirare o a
spogliarmi! Ero decisa a finire la gara a tutti i costi, e sotto
effetto dell’adrenalina sul momento la frattura non si sentiva
tanto.
Le fantozzate però non sono mancate e ci rido su volentieri
ripensandoci: sulla prova speciale n.1 mi sono persa e sono andata a
vagabondare per oltre 10km prima di ritrovare il tracciato. Questo è
stato uno scherzetto dell’emozione, che mi ha fatto perdere un
prezioso quarto d’ora. Ma stavo già andando meglio della gara
precedente, perché al primo controllo orario sono arrivata con un
margine di 15 minuti e quindi tempo per fiatare e affrontare il
secondo giro con un nuovo senso di padronanza.
Peccato che avevo
perso l’orologio, e che nei pochi minuti prima della partenza per
il secondo giro, mi sono accorta che le ghiere scrosta fango delle
forcelle erano slittate in basso: panico! nella fretta di toglierli
mi sono scorticata malamente le dita. Ma di nuovo, dopo pochi minuti
il dolore non lo sentivo più e focalizzavo solo sulla gara. Ho fatto
molti errori, e varie ulteriori cadute sciocche, ma l’ego è
elastico, si riprende veloce.
Pur avendo chiuso i 3 giri (per un
totale di oltre 100km) tecnicamente non ho completato la prova
speciale n.6 per un errore mio di valutazione: la pioggia cadeva
fitta, si era creata un’ammucchiata in un punto del fettucciato, ed
ho deciso di uscire dal tracciato per andare almeno a completare la
parte di trasferimento ed arrivare all’ultimo controllo orario.
Grave errore decisionale, che mi è costato in termini di punteggio.
Tutte cose che si imparano, in gara devi decidere velocemente, in
buona conoscenza di causa. Quindi a Graffignano ho vinto la coppa
Lady ma senza conseguire punti di classifica campionato. Questo sarà,
naturalmente, il mio prossimo obiettivo!"
Rachel premiata con la Coppa Lady :"Spero di avere l’opportunità di misurarmi con altre donne, e mi auguro che la bella stagione porterà un aumento della partecipazione femminile.” |
Il prossimo appuntamento "con fango" è il 17 maggio, a
Cugnoli (PE).
Forza Rachel!!!
questa volta punti a volontà!
Carissimi Amici vi terremo aggiornati!;)
Carissimi Amici vi terremo aggiornati!;)
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