Si è concluso il Peugeot World Tour il giro di Andrea Tozzi around the world.
184 giorni, suddivisi
in quattro avventure distinte, durante le quali ha attraversato ben
23 Nazioni dei cinque Continenti, per un totale di 25.752 chilometri.
Come compagna di viaggio? una mountain bike Peugeot RSM01 “Solaris”
in tre delle spedizioni e una Peugeot 2008 nella seconda, la più
lunga.
Peugeot World Tour di Andrea Tozzi era
iniziato il 12 aprile dell'anno scorso con la “frazione”
Marrakech – Cabo da Roca (Portogallo): 1512 chilometri di pedalata
in solitaria, dall'Africa all'Europa. Ad essa era seguita, poco dopo,
quella euroasiatica: 64 giorni di viaggio, 20mila chilometri per
unire il Portogallo con il Giappone, Capo da Roca con Tokyo,
attraversando tutta l'Europa e tutta l'Asia, per l'occasione al
volante dell'instancabile 2008.
L'accoppiata Tozzi - “Solaris” si
è ricostituita a cavallo di Capodanno 2015 per la terza spedizione,
quella in America Latina: 19 tappe, 2354 chilometri di pedalate,
22.546 metri di scalata, da Puerto Montt (Cile) ad Ushuaia, la città
più a sud del mondo, capoluogo della provincia argentina di Tierra
del Fuego.
E, per concludere, la tappa finale nel
continente boreale con “l'attraversamento” della Nuova Zelanda,
da Christchurch ad Auckland: 19 tappe per complessivi 2504
chilometri. Gli ultimi del Peugeot World Tour!
Nuova Zelanda, così bella, così
selvaggia...
L’avventura neozelandese ha
proiettato quest'anno Andrea Tozzi dal caldo asfissiante dell'Italia
estiva ai rigori dell'inverno australe, affrontati in sella alla
fedele mbk Peugeot “Solaris”. Naso che cola, faccia che avvampa,
mani segnate dal gelo: questa la lapidaria sintesi di quei giorni
fatta da Tozzi.
Ma c'è anche la bellezza di una terra
quasi incontaminata «dove le pecore sono più numerose dei kiwi,
cioè degli abitanti. Qui le persone sono simpatiche, informali,
cortesi e stranamente immuni al freddo: gente in costume che nuotava
tra i pezzi di ghiaccio, giovani maori in t-shirt e short, ma con
cappello di lana, pronti ad inforcare la tavola da surf».
In certe parti la Nuova Zelanda propone
montagne maestose che sembrano le nostre Alpi e territori che
potrebbero gemellarsi con la Toscana, regione natia di Andrea Tozzi,
non solo per la dolcezza delle colline e l'ondulazione del terreno ma
anche per il profumo del vino. Ad esempio, il Central Otago è terra
di discreto Pinot noir, dove «le cantine, come è ormai da tempo in
Italia, Francia e California, assomigliano più ad atelier eleganti
che a luoghi in cui si lavora un prodotto della terra».
Per certi versi, però, una parte
della Nuova Zelanda è ancora una terra di confine, una sorta di Far
West australe. «A parte la selvaggia bellezza che ti viene incontro
quasi all'improvviso, ne sono un esempio quelli che io ho
soprannominato Hotel Paura. Cadenti, ricettacoli di casi umani e
stabili come capanni di legno fradicio. Gli Hotel Paura sono i pub di
campagna che in quel Paese rappresentano l'ultima opportunità per
passare al coperto la notte quando non hai alternative oppure ami le
avventure. Passare una notte in questi
pub-centri-scommesse-covi-di-risse-rivendite- di-alcol è
un'esperienza che può valere il viaggio».
Ma quanto c'è di Australia in Nuova
Zelanda? «Nonostante la relativa vicinanza i due Paesi hanno alcune
differenze che lo straniero percepisce subito come l'inglese parlato
in Nuova Zelanda, comprensibile e chiaro al contrario di quello
australiano; poi la maggiore pulizia ed infine il territorio.
Principalmente pianeggiante e vuoto quello australiano, un'esplosione
di rilievi, colori e varietà quello neozelandese. Li accomuna,
invece, il rapporto stretto quasi simbiotico che hanno con la natura
e... una cucina da incubo!».
Quella neozelandese è stata la
spedizione più “difficile”? «Di sicuro la più impegnativa,
soprattutto perché effettuata nel suo rigido inverno. Ma la Nuova
Zelanda è a anche un posto in cui è ancora possibile sentirsi
come esploratori di un territorio vergine, soprattutto nell'isola sud
lungo la catena alpina e nelle regioni dell'Otago e la West Coast».
Ma com'è la Terra vista dalla
bicicletta? «E' un pianeta bellissimo. Anzi di più, è un pianeta
unico!››
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