un
vantaggio competitivo per le aziende. Questo il titolo del ciclo di
eventi organizzati a Roma, lo scorso 20 novembre presso il Museo
Maxxi, e Milano, il 3 dicembre alla Triennale, dal Corporate Vehicle
Observatory, il Centro Studi di Arval Italia sulla mobilità
aziendale, che ha coinvolto un’importante platea di aziende,
giornalisti ed esponenti del settore automotive.
La sicurezza dei Drivers è un tema
centrale nelle ricerche del CVO, visti i forti impatti sociali che
derivano dagli incidenti stradali. Nel solo 2012 si contano a livello
nazionale oltre 3.600 vittime sulla strada e oltre 250.000
feriti, con un costo sociale di oltre 28,5 miliardi di euro per lo
stato italiano, pari al 2% del Prodotto Interno Lordo.
L’incidentalità, quindi, oltre ad
avere un costo in termini di vite umane, ha importanti conseguenze
anche dal punto di vista economico: un aspetto che un’azienda non
può non tenere in considerazione. Da qui la volontà di
affrontare in ottica scientifica e rigorosa il tema dei costi occulti
derivanti dalla “non sicurezza stradale”, quei costi cioè che
l’azienda sostiene senza che siano evidenti e chiaramente
identificati in una specifica linea di costo economico.
E’ nato così l’originale progetto
di ricerca, illustrato dal Prof. Ing. Fabio Orecchini del CIRPS, il
Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile
della Sapienza Università di Roma, che ha permesso di quantificare
in termini economici il costo generato dalla sinistrosità delle
flotte aziendali, concentrandosi in particolare sui cosiddetti “costi
occulti”: quell’insieme cioè di costi indiretti ed invisibili,
quali ad esempio i costi della mancata produttività dei dipendenti,
di cui fino ad oggi l’azienda non ha mai avuto evidenza.
“Un comparto di costi che ha un peso
assolutamente rilevante – commenta Andrea Solari, Direttore del
Corporate Vehicle Observatory di Arval Italia - In ottica di
Total Cost of Ownership la “non sicurezza” incide per il 17%
circa sul costo complessivo di gestione della flotta. All’interno
di questo 17% i costi della non sicurezza “occulti”, cioè quei
costi sociali direttamente a carico dell’azienda ma non calcolati
nel TCO, pesano per un 5%. Ciò significa, mediamente, che l’azienda
sostiene ogni anno 460€ di costi aggiuntivi per ogni veicolo senza
tuttavia averne percezione diretta. Oggi possiamo quindi far emergere
e quantificare quali siano i vantaggi, anche dal punto di vista
economico, di una gestione attenta e proattiva della sicurezza
stradale, arrivando a concludere che la sicurezza della flotta auto
rappresenti un vero e proprio vantaggio competitivo per l’azienda”.
Una volta fatti emergere questi costi
occulti, è infatti possibile agire concretamente per ridurli. Le
soluzioni possono essere molteplici, inserite un’ottica generale di
risk management: dalla selezione di veicoli e tecnologie di
sicurezza, all’adozione di soluzioni telematiche che permettono di
influenzare attivamente i Drivers ad adottare stili di guida
maggiormente sicuri e responsabili, senza trascurare l’importanza
di una vera e propria educazione alla sicurezza.
“Gli importanti risultati presentati
– continua Solari – costituiscono solo il primo passo in
direzione della costruzione di un vero e proprio tool di assessment
dei costi della non sicurezza, personalizzato e adattato alla singola
azienda secondo gli effettivi parametri di incidentalità
sperimentati, le policy implementate e gli effettivi costi, diretti
ed indiretti, sostenuti. Nella seconda fase di ricerca attiveremo
quindi importanti collaborazioni con primarie aziende nazionali per
calcolare i costi specifici della “non sicurezza” in contesti ad
alta complessità. Dalla nostra collaborazione con il CTL della
Sapienza nasceranno nuovi strumenti concreti a supporto delle aziende
e dell’intero comparto della mobilità aziendale”.
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