Dopo otto stagioni, in occasione del
Gran Premio del Brasile, il Campionato del mondo FIA di Formula 1
saluterà i motori V8 da 2,4 litri.
A partire dal 2014, infatti, i motori
aspirati, da sempre apprezzati per la loro potenza e velocità,
cederanno il passo ai nuovi V6 1.6 turbocompressi.
Con cinque titoli costruttori e
altrettanti titoli piloti all’attivo (2006-2010-2011-2012-2013),
Renault è la Casa più iridata dell’era dei V8. L’obiettivo per
Renault Sport F1 è di preparare un’uscita di scena in grande stile
di questo motore V8 e migliorarne ulteriormente il palmarès di 59
vittorie, 65 pole position e 55 giri più veloci ottenuti nel corso
di queste otto stagioni.
Il V8 di Renault in cifre
V8 da 2,4 l (dal 2006 al 2013)
8 anni di gare
59 vittorie – il 40% dell’era dei
V8
65 pole position
55 giri più veloci in gara
3665,5 punti
5 volte Campione del Mondo Costruttori
5 volte Campione del Mondo Piloti
750 CV di potenza massima (versione
2013, integrazione standard nella monoposto, condizioni di
temperatura, pressione atmosferica e umidità standard)
18.000 giri/min al regime massimo
(versione 2013)
95 kg di peso, ai sensi del regolamento
FIA
1.271 unità prodotte, di cui 683 per
la pista e 588 per i banchi di prova
Oltre 2.000.000 km totali
Oltre 5.000 componenti per ciascun
motore
Oltre 7.600.000 parti utilizzate
21.800 pistoni utilizzati
43.200 valvole di aspirazione
utilizzate
45.900 valvole di scarico utilizzate
43.800 bulloni per biella installati
22.000 candele utilizzate
10.600 filtri olio utilizzati
Rémi Taffin, Direttore Operazioni in
Pista di Renault Sport F1
Il Brasile sarà un momento emozionante
per Renault. Da quando sono in F1, i motori aspirati ad alto regime
sono stati tutto il mio mondo – e non solo il mio. L’era dei V8
ci ha spronati a rendere le vetture più veloci utilizzando tutto...
tranne la potenza pura. Per questo abbiamo dovuto acquisire
esperienza in vari campi, come l’integrazione nella monoposto,
l’economia d ei consumi e lo sfruttamento di elementi esterni come
i sistemi di scarico.
Riflettevamo continuamente su cosa
avremmo potuto migliorare, ma devo riconoscere che abbiamo raggiunto
traguardi importanti, dei quali possiamo andare fieri. Sono convinto
che Renault e i suoi partner siano riusciti a dimostrare come si
progetta e usa un motore in modo efficace, per creare le vetture più
veloci in pista. Certo, avremmo potuto concludere un maggior numero
di gare senza imprevisti, ma spesso la vittoria si ottiene grazie
agli errori commessi in precedenza. Per imparare bisogna superare i
propri limiti.
La stagione 2006 mi rimarrà impressa
per sempre. Dopo aver avuto problemi con un motore sul circuito di
Monza, ci trovavamo a un’impasse. Schumacher era in testa al
campionato e la ripresa sembrava praticamente impossibile: la
Ferrari, in quel momento della stagione, era la scuderia da battere.
Eppure, con grande spirito di abnegazione, abbiamo vinto il Gran
Premio successivo, in Giappone. Approfittando della défaillance del
motore Ferrari siamo tornati al comando prima della gara finale in
Brasile. La classica lotta all’ultimo sangue! Il V8 era solo agli
inizi, ma lo mettevamo già a dura prova, come dimostra chiaramente
l’incidente di Monza.
Pur rimanendo un nostalgico di
quell’epoca, so che il prossimo anno rappresenterà una sfida
ancora più importante. Sono cresciuto sognando di lavorare con i
motori turbo, fin da bambino, perciò questo sarà un... ritorno al
futuro!
Jean-Michel Jalinier, Presidente e
Direttore Generale di Renault Sport F1
L’era dei V8 è stata particolarmente
prospera per Renault, paragonabile a quella dei V10 negli anni ‘90
in termini di successo. Possiamo essere orgogliosi non solo
dell’elenco di vittorie e pole position, ma anche dei progressi
compiuti, soprattutto dopo il congelamento imposto dal regolamento.
Anche le relazioni instaurate fra i nostri team sono fonte di grande
soddisfazione: abbiamo lavorato duramente sull’installazione per
offrire un motore altamente agile, sacrificando la potenza allo stato
puro a favore dell’integrazione e di altri aspetti, quali il
recupero di energia o il raffreddamento. Tutto questo ha contribuito
a rendere le vetture complessivamente più scattanti. Vincere con
quattro team e sei piloti diversi conferma fino a che punto la nostra
collaborazione sia stata proficua.
Nell’epoca dei V8, Renault si è
imposta anche al di fuori dell’Europa. Il nostro successo in
Formula 1 ha alimentato la notorietà e l’immagine del marchio in
Paesi in cui è ancora in fase di consolidamento della propria
presenza, concorrendo agli obiettivi di sviluppo a livello globale.
Senza contare che ogni vittoria è fonte di grande motivazione per
tutto il personale Renault.
D’ora in avanti potremo concentrarci
sulla nuova sfida del 2014, con la stessa motivazione e lo stesso
coinvolgimento di sempre.
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