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martedì 9 giugno 2015

106 RALLYE al Leone piace Heritage!

La Rallye è la più nota delle versioni sportive della 106 che nella storia del Leone può essere considerato come il trait d'union tra due autentici mattatrici della mercato mondiale come la 205 (in listino dal 1983 ed il 1998) e la 206 (dal 1998 al 2002). 
Lanciata nel 1991, la Peugeot 106 è andata gloriosamente in pensione nel 2003, dopo essere stata venduta in 2.800mila unità, di cui oltre 400mila in Italia.

La storia 
Dopo 205, il diluvio! All'inizio degli anni Novanta, alcuni erano scettici che il Leone riuscisse a replicare il successo planetario riscosso dalla 205 con un nuovo modello ... almeno nell'immediato.
Ed invece 106 prima e 206 dopo fecero anche meglio della mitica berlina di segmento B, le profezie si rivelarono sbagliate. Quando il Marchio la presentò ufficialmente nel settembre del 1991 al Salone di Parigi, l'inedita 106 fece battere molti giovani cuori. Era più piccola (non di molto per la verità) della 205 ma aveva la stessa carica di simpatia. 
Grazie alle sue caratteristiche di economia di esercizio, prezzo concorrenziale, disegno moderno, affidabilità meccanica e maneggevolezza nella guida, dovuta anche al peso ridotto, la 106 divenne presto un gran successo di massa, grazie anche all'ampliamento della gamma motori. Era stata concepita per essere modello d'accesso al mondo Peugeot, ma ben presto si trovò ad essere il desiderio delle giovani generazioni di automobilisti. Merito delle versioni sportive XSi (introdotta nel 1991) e soprattutto Rallye, la cui produzione iniziò il 1° novembre del '93.
L'allestimento della 106 Rallye era caratterizzato da: assenza di alzacristalli e specchietti elettrici, mancanza di faretti supplementari, aerazione interna limitata senza le bocchette centrali, archi passaruota supplementari di andamento squadrato, cerchi in lamiera scampanati (ET 16) da 14 x 5,5” verniciati di bianco, moquette e cinture di sicurezza di colore rosso. La carrozzeria era disponibile solo nei colori rosso, nero e bianco.
Prestazioni: velocità massima 190 km/h. Accelerazione 0-100 km/h in 9,3 sec. 0-400 m in 16,7 sec, 0-1000 m in 30,8 sec. Consumo 7,8 litri/100 km. Cx 0,34. Rapporto peso/potenza 8,1 kg/CV.
Nel più puro spirito Peugeot, se la “Rallye” è stata l’animo sportivo stradale della 106, quello più puramente agonistico è stato interpretato in varie declinazioni: slalom, velocità in circuito, velocità in salita, rallycross e rally hanno visto la 106 come protagonista assoluta sia in termini di risultati sia in termini numerici.
50.000 ed oltre le volte che una Peugeot 106 ha preso il via nei rally italiani nell’arco di 22 stagioni di attività nella specialità, un numero che quasi raddoppia considerando anche le altre specialità agonistiche che l’hanno coinvolta e che la rendono l’auto più utilizzata nei rally italiani.
In particolare nei rally, le 106 “in tuta e casco” divennero le protagonista della classe N (pressoché di serie con piccole modifiche) e del Gruppo A, dalle modifiche e dalle prestazioni più estreme: ad esempio, venne alleggerita di 60 chili rispetto alla versione stradale e la cilindrata fu innalzata da 1294 a 1382 cc, per una potenza massima di 138 CV.
Le 106 da corsa non si fecero onore solo nei rally, ma anche in autodromo. In molte occasioni, le piccole Peugeot occuparono quasi tutta, se non tutta, la griglia delle gare riservate alla cosiddetta classe N7/N8 nel competitivo Campionato italiano velocità turismo (Civt).
Con la questa vettura gareggiò in pista il futuro scrittore Giorgio Faletti, a quel tempo popolare attore comico; con una 106 1.4 Gr.A da 135 CV si cimentò anche un giovane Paolo Andreucci, oggi pilota ufficiale di Peugeot Italia.





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